parliamo di opuntia o fico d'india.

Stavolta vi invito a tavola non solo profumi e colori ma anche gusto e benessere. Vorrei publicizzare questo frutto, dicendo che se mangiati in modo equilibrato sono buoni e fanno bene al nostro corpo . Scopriamo questa pianta simbolo della mia terra che ha sfamato generazioni intere e che ci regala ogni anno i suoi frutti colorati molto apprezzati. Un grazie grande e particolare ad Anemone che nonostante gli impegni trova il tempo per sistemare tutto ciò!
Ringrazio chi avrà la pazienza di leggerlo fino in fondo qui .

no! le piante sono per lo più tutte uguali, poi sono i fiori e i frutti che cambiano colore!

volevo fare una precisazione a proposito di come si sbucciano i frutti del fico d'india, per chi si accinge a farlo per la prima volta. Nell'articolo pubblicato vediamo che si tagliano le estremità, tenendo con la forchetta per non pungersi, quindi si fà un taglio longitudinale solo alla scorza che ricopre il frutto quindi si allarga il taglio. Una volta allargato il taglio da entrambi i lati afferrare con le dita il frutto sbucciato e depositarlo su di un piatto o mangiarlo direttamente .Rivediamo l'intera sequenza:

Foto‭ © ‬fxcuisine.com

ci tengo a precisare questo in quanto in altre foto sul web si fa rotolare il frutto sbucciato sul ripiano dove prima si è poggiata la buccia con le spine, così:


questo è un ottimo sistema per portare in bocca le piccole spine che cadute dalla buccia vengono raccolte dal frutto sbucciato! quindi NO! all'ultima foto!

Si beh sono sempre delle Opuntia ficus indica; però diversi geneticamente; questo per rispondere a Romitta ...come accenna tonino nel suo articolo, ci sono differenti varietà, della stessa specie, che si chiamano: rossa Sanguigna, gialla Surfarina, e bianca Muscaredda...

bene ritorno parlarvi di fico dindia per mostrarvi le foto delle siepi di opunthia della varietà spinosissima in cui accennavo nell'articolo publicato a novembre qui questa non so se è da ascrivere alla varietà ficus indica magari è un'altra varietà. Io l'ho sempre chiamata opuntia selvatica e cresce molto fitta e la vedo sempre come siepe da confine.
vi mostro qualche foto fatta vicino ad un casale molto antico vicino al mio paese








meglio non avvicinarsi tropo


essendo il casale d'origine spagnola, probabilmente su base araba, non mancano le piante portate dalle americhe come la zabara ( Agave americana ) dalla quale si ricavavano lacci e corde molto utile averle vicino casa!







Certo non è una siepe bellisima da vedere ma funzionava magnificamente in tempi difficili, e poi forniva anche un sostentamento e una specie di moneta di scambio tra manovalanza rurale e padrone.
A volte unico pasto della dura giornata lavorativa.
un po dispiace che queste siano le ultime testimonianze di un passato che si allontana! anche queste andrebbero preservate!