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Akadama: usi alternativi (vs pomice-talea/talee, bonsai, prezzo, terriccio, microelementi)
27/01/2012 08:22
Autore della discussione
Akadama: usi alternativi (vs pomice-talea/talee, bonsai, prezzo, terriccio, micr #13984
Componente tipico dei substrati utilizzati nella coltivazione dei bonsai (vd. ad esempio
scheda Wikipedia
), tempo fa scoprii che l'akadama veniva usata in piccolissime quantità da una nota vivaista di piante grasse nella preparazione di alcune composte per esemplari che potevano trarre giovamento da costituenti da essa rilasciati.
Non approfondii la questione (cosa che farò non appena avrò modo di parlarci di nuovo) ma, ripeto, la percentuale nella composta per piante succulente è bassissima. D'altra parte si tratta di un materiale argilloso che, quindi, tende a trattenere acqua e forse per questo è bene non abusarne con sucuclente & co.
Incuriosito, però, da questa "applicazione" alternativa, dopo aver rinvasato un piccolo bonsai ( foto recente onestamente non molto bella) e ritrovandomi con ancora un bel po' di akadama a disposizione, decisi di provarla con talee da far radicare.
Come prima (e per ora unica) prova ha scelto una pianta rivelatasi di facile riproduzione per talea: questa .
La Begonia in questione, purtroppo, non sta esattametne schiattando di salute... più che altro sta schiattando e basta. Visto il viale senza ritorno imboccato dalla pianta, l'ho riprodotta ed una talea è stata messa in akadama: ecco una foto di quando è stata effettuata l'operazione
Circa una settimana fa, ho rinvasato: di seguito, un 'immagine della barbatella e un particolare dell'apparato radicale (al solito, cliccare sulle thumbnail per ingrandirle)
Eccola dopo il rinvaso
Ciò fatto, devo dire che l'uso dell'akadama come substrato per la radicazione non mi ha convinto.
Innanzitutto, non mi sembra che la talea abbia avuto uno sviluppo comparabile con le sue simili (le prove sono state fatte tagliando segmenti dalla stessa pianta e pressappoco nello stesso periodo (*)), alcune delle quali, fatte radicare semplicemente in acqua, hanno continuato a crescere e addirittura a fiorire ( qui un esempio).
Come alri elementi argillosi, poi, l'akadama tende a compattarsi. In particolare, come si vede in un'ìmmagine precedente, copre le radici e questo può essere un problema con piante che sviluppano radici fini.
(*) Nello stesso momento in cui misi a radicare la talea in akadama, per fare un esperimento comparato, ne posi un'altra suppergiù della stessa altezza e diametro del fusto in terriccio: eccola qui . Questa talea è stata regalata e... sto ancora aspettando le foto, delle radici in particolare
Non approfondii la questione (cosa che farò non appena avrò modo di parlarci di nuovo) ma, ripeto, la percentuale nella composta per piante succulente è bassissima. D'altra parte si tratta di un materiale argilloso che, quindi, tende a trattenere acqua e forse per questo è bene non abusarne con sucuclente & co.
Incuriosito, però, da questa "applicazione" alternativa, dopo aver rinvasato un piccolo bonsai ( foto recente onestamente non molto bella) e ritrovandomi con ancora un bel po' di akadama a disposizione, decisi di provarla con talee da far radicare.
Come prima (e per ora unica) prova ha scelto una pianta rivelatasi di facile riproduzione per talea: questa .
La Begonia in questione, purtroppo, non sta esattametne schiattando di salute... più che altro sta schiattando e basta. Visto il viale senza ritorno imboccato dalla pianta, l'ho riprodotta ed una talea è stata messa in akadama: ecco una foto di quando è stata effettuata l'operazione
Circa una settimana fa, ho rinvasato: di seguito, un 'immagine della barbatella e un particolare dell'apparato radicale (al solito, cliccare sulle thumbnail per ingrandirle)
Eccola dopo il rinvaso
Ciò fatto, devo dire che l'uso dell'akadama come substrato per la radicazione non mi ha convinto.
Innanzitutto, non mi sembra che la talea abbia avuto uno sviluppo comparabile con le sue simili (le prove sono state fatte tagliando segmenti dalla stessa pianta e pressappoco nello stesso periodo (*)), alcune delle quali, fatte radicare semplicemente in acqua, hanno continuato a crescere e addirittura a fiorire ( qui un esempio).
Come alri elementi argillosi, poi, l'akadama tende a compattarsi. In particolare, come si vede in un'ìmmagine precedente, copre le radici e questo può essere un problema con piante che sviluppano radici fini.
(*) Nello stesso momento in cui misi a radicare la talea in akadama, per fare un esperimento comparato, ne posi un'altra suppergiù della stessa altezza e diametro del fusto in terriccio: eccola qui . Questa talea è stata regalata e... sto ancora aspettando le foto, delle radici in particolare
Ringraziano per il messaggio soledelsud
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29/01/2012 17:41
Akadama: usi alternativi (vs pomice-talea/talee, bonsai, prezzo, terriccio, micr #14083
Vince, pensa che proprio in questi giorni stavo pensando di provare questo materiale per le talee, hai tolto ogni dubbio sull'utilità del suo uso. Continuerò a cercare la pomice, ho letto un interessante topic qui dove ho trovato anche indicazioni su dove acquistare
Grazie per le utilissime informazioni, i tuoi esperimenti sono sempre illuminanti!
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Gruppo fb:
www.facebook.com/groups/578361095518331/?fref=ts
Vendita on-line: passiflora.oneminutesite.it/
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Ringraziano per il messaggio vincenzo
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30/01/2012 13:57
Autore della discussione
Akadama: usi alternativi (vs pomice-talea/talee, bonsai, prezzo, terriccio, micr #14099
Sì sì, secondo me meglio la pomice. Teniamo presente, poi, che come dicevo questa Begonia radica piuttosto facilmente: non vale la pena provare l'akadama con altre piante più "difficili".
Rimane solo da stabilire quali vantaggi possono trarne alcune piante. S'interrogherà l'Audisio in proposito
Rimane solo da stabilire quali vantaggi possono trarne alcune piante. S'interrogherà l'Audisio in proposito
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30/01/2012 20:09
Akadama: usi alternativi (vs pomice-talea/talee, bonsai, prezzo, terriccio, micr #14101
Ti do ragione in pieno, grazie Vince
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01/02/2012 17:19
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Akadama: usi alternativi (vs pomice-talea/talee, bonsai, prezzo, terriccio, micr #14153
Ciao ragazzi, bello questo post ...
L'Akadama è una roccia argillosa quasi cotta dal calore vulcanico, con un aspetto granulare, originaria della regione Imaichi in Giappone (per questo è chiamata anche 'Pomice Imaichi'). E ' molto lodata per l'ottimo drenaggio, ma anche per trattenere l'umidità all'interno dei granuli, e anche la capacità di rilasciare lentamente microelementi.
L'Akadama è molto utile per il coltivatore di piante grasse come dici Vince, in quanto ha una splendida proprietà - cambia decisamente colore a seconda dei livelli di idratazione (e quindi agisce come indicatore di umidità nelle culture).
Ecco una foto:
commons.wikimedia.org/wiki/User:Abrahami
Purtroppo, dopo pochi anni (o anche pochi mesi se esposto al ciclo gelo-caldo e quindi all'esterno, inverno/estate) l'akadama diventa inutile a causa della compattazione e perde quindi la capacità di drenaggio (inoltre contiene una certa quantità di polveri indesiderabili, che pure si compattano, immagino che l'avrai notato, Vincenzo, insieme al fatto che se schiacciato è abbastanza fragile). Se usato solo come mix in percentuale minima non influirà sulla durata del composto.
E 'anche un prodotto relativamente costoso, proprio per la sua provenienza.
Quindi a differenza dell'akadama, che può velocemente abbattersi in fango se esposto al cilco del gelo-disgelo, la pomice che si trova 'normalmente' (si fa per dire ) in commercio io la ritengo decisamente superiore (oltre che mooOOOlto meno cara )...
Per quanto riguarda i fantomatici costituenti, la pomice di Imaichi è estremamente ricca di l'idrossido ferrico, Fe(OH)3, e l'idrossido di alluminio, Al(OH)3 (quest'ultimo oltre il 30%); per questo viene vantata con buona capacità di scambio cationico (CSC); CSC 'è la quantità di cationi scambiabili, espressa in milliequivalenti per 100 grammi (meq/100g), che un materiale dotato di proprietà di adsorbimento può trattenere per scambio ionico. Lo scambio ionico rappresenta uno dei più importanti meccanismi con cui il terreno trattiene e mette a disposizione delle piante e dei microrganismi elementi quali il calcio, il magnesio, il potassio, l'azoto ammoniacale, perciò la CSC è un indice della potenziale fertilità chimica dei terreni' (wikipedia).
Tradotto in parole povere (scusate oggi sono pedante ) è una misura della capacità di un suolo di trattenere i nutrienti. Bassa CSC significa che il terreno ha meno capacità di trattenere gli ioni caricati positivamente, come il manganese, ferro e potassio...
Però quando leggi le recensioni degli 'invasati di bonsai', ih hi (spero non me ne vorranno, parla l'invasata di erbacee ), sembra che solo questo substrato abbia tali caratteristiche...! Invece sabbia (5-20), l'argilla (20-50) la pomice (a seconda del sito d'estrazione (8-70 meq/ 100 g)), terreno organico (50-100)... hanno questa caratteristica di scambio in diverse misure (l'akadama di Imaichi, 20 meq/ 100 g).
Concludo dicendo che le rocce di origine vulcanica (compreso l'akadama) contengono oligoelementi che sono micronutrienti essenziali per lo sviluppo della pianta, tipicamente manganese, boro, rame, ferro, cobalto, molibdeno e zinco; ma l'incredibile porosità della pomice e la sua inalterablità fanno sì che le radici delle piante entrino sì in queste cavità e assorbano i nutrienti depositati (dalle nostre concimazioni, dal ciclo naturale delle piante...) e l'acqua, garantendo un apporto continuo e regolare di cibo, ma inoltre fanno sì che non soffochino per troppa densità.
L'Akadama è una roccia argillosa quasi cotta dal calore vulcanico, con un aspetto granulare, originaria della regione Imaichi in Giappone (per questo è chiamata anche 'Pomice Imaichi'). E ' molto lodata per l'ottimo drenaggio, ma anche per trattenere l'umidità all'interno dei granuli, e anche la capacità di rilasciare lentamente microelementi.
L'Akadama è molto utile per il coltivatore di piante grasse come dici Vince, in quanto ha una splendida proprietà - cambia decisamente colore a seconda dei livelli di idratazione (e quindi agisce come indicatore di umidità nelle culture).
Ecco una foto:
commons.wikimedia.org/wiki/User:Abrahami
Purtroppo, dopo pochi anni (o anche pochi mesi se esposto al ciclo gelo-caldo e quindi all'esterno, inverno/estate) l'akadama diventa inutile a causa della compattazione e perde quindi la capacità di drenaggio (inoltre contiene una certa quantità di polveri indesiderabili, che pure si compattano, immagino che l'avrai notato, Vincenzo, insieme al fatto che se schiacciato è abbastanza fragile). Se usato solo come mix in percentuale minima non influirà sulla durata del composto.
E 'anche un prodotto relativamente costoso, proprio per la sua provenienza.
Quindi a differenza dell'akadama, che può velocemente abbattersi in fango se esposto al cilco del gelo-disgelo, la pomice che si trova 'normalmente' (si fa per dire ) in commercio io la ritengo decisamente superiore (oltre che mooOOOlto meno cara )...
Per quanto riguarda i fantomatici costituenti, la pomice di Imaichi è estremamente ricca di l'idrossido ferrico, Fe(OH)3, e l'idrossido di alluminio, Al(OH)3 (quest'ultimo oltre il 30%); per questo viene vantata con buona capacità di scambio cationico (CSC); CSC 'è la quantità di cationi scambiabili, espressa in milliequivalenti per 100 grammi (meq/100g), che un materiale dotato di proprietà di adsorbimento può trattenere per scambio ionico. Lo scambio ionico rappresenta uno dei più importanti meccanismi con cui il terreno trattiene e mette a disposizione delle piante e dei microrganismi elementi quali il calcio, il magnesio, il potassio, l'azoto ammoniacale, perciò la CSC è un indice della potenziale fertilità chimica dei terreni' (wikipedia).
Tradotto in parole povere (scusate oggi sono pedante ) è una misura della capacità di un suolo di trattenere i nutrienti. Bassa CSC significa che il terreno ha meno capacità di trattenere gli ioni caricati positivamente, come il manganese, ferro e potassio...
Però quando leggi le recensioni degli 'invasati di bonsai', ih hi (spero non me ne vorranno, parla l'invasata di erbacee ), sembra che solo questo substrato abbia tali caratteristiche...! Invece sabbia (5-20), l'argilla (20-50) la pomice (a seconda del sito d'estrazione (8-70 meq/ 100 g)), terreno organico (50-100)... hanno questa caratteristica di scambio in diverse misure (l'akadama di Imaichi, 20 meq/ 100 g).
Concludo dicendo che le rocce di origine vulcanica (compreso l'akadama) contengono oligoelementi che sono micronutrienti essenziali per lo sviluppo della pianta, tipicamente manganese, boro, rame, ferro, cobalto, molibdeno e zinco; ma l'incredibile porosità della pomice e la sua inalterablità fanno sì che le radici delle piante entrino sì in queste cavità e assorbano i nutrienti depositati (dalle nostre concimazioni, dal ciclo naturale delle piante...) e l'acqua, garantendo un apporto continuo e regolare di cibo, ma inoltre fanno sì che non soffochino per troppa densità.
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ringraziano per il messaggio vincenzo
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