× Foto - Com'è il tuo quadrato

come fare di un giardino un teatro

07/12/2011 17:35
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come fare di un giardino un teatro #12265
Scusa innanzitutto se contrariamente ad altri che affabilmente ti hanno dato il benvenuto, io non l'abbia fatto. Vuoi per ritrosia o perchè ancora io mi sento ospite in casa d'altri e, come in quelle feste, degli anni andati della mia gioventù, rimango un po' in disparte e lascio che il silenzio, come suppellettili di lusso, sii, con le immagini e verbo scritto a domanda, cornice ad un vissuto intenso di cose che parlino al cuore. Care mi sono giunte le tue parole:"Vivo con la mia malinconia e la scorgo empaticamente altrove", che celerò in scrigno segreto fra quelle, perle più belle, donatemi dalla vita e ripenso a quanto sii ingiusto a volte credere che lei con noi sii avara, ma poi ci sorprende e, come in questa occasione, ci rendiamo conto di quanto invece immeritatamente ci soffochi di radiosa bellezza. Grazie Loredana, porti un nome delizioso e familiare in quanto ho pure una sorella che si chiama così.

....vivo con la mia malinconia e la scorgo empaticamente, altrove...

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07/12/2011 20:30
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come fare di un giardino un teatro #12272
Grazie dolcissima Fiore, secondo me affatto sbiadito,

ma quella frase mi è sorta naturalmente mentre ti scrivevo, mentre ti pensavo. Quella frase me l'hai tirata fuori tu. Ma tu ci hai messo il tocco d'artista: una virgola.

Un altro bell'effetto però mi fai : ho sempre ammirato le persone che scrivono bene perché lo avrei tanto voluto anch'io, potendone avere la giusta formazione. Così, nel mio piccolo, mi stimoli a migliorare :flower: . Sicuramente non mancherò di scrivere qualche sproposito, ma io preferisco sbagliare ma buttarmi che non provare affatto e rimanere col rimpianto!

Ho visto che ti poni sempre con parole speciali e generose con i tuoi interlocurori, è molto bello. Sei molto gentile, ma non penso si debba pretendere di essere salutati istantaneamente da tutti quando ci si presenta al forum: del resto dalla mia iscrizione sono passate poche ore, si può giustamente essere occupati in altro! Tanto poi sono gli argomenti del forum che creano il dialogo tra le persone, come adesso.

Mi sono piaciute tantissimo le tue fotografie e questo pomeriggio ho letto anche i topic sulle tue rose, devi avere un roseto stupendo!

Mi piacerebbe, se vorrai e quando potrai, che tu ne parlassi più dettagliatamente, come hai impostato gli schemi di composizione, oppure che accostamenti hai adottato tra le piante, la storia del tuo giardino...

Un caro saluto Loredana (a me piace molto l'etimologia di questo nome) :pulce:

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08/12/2011 20:51
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Autore della discussione
come fare di un giardino un teatro #12315
Difficile rispondere alle tue molteplici domande Loredana quando il dire, si sbriciola, come mollica di pane, in inconsistenza . Di una sol cosa son certa, quella virgola che ho messo, mi devi credere, l'ho messa senza neanche accorgermene e non voleva essere sottolineatura ad una manchevolezza. Per quanto riguarda la mia formazione ti posso solo dire che ho un semplice diploma di scuola media superiore ma nel contempo c'è da aggiungere che ho passati i fatidici, primi trentacinque anni di vita , (che negli schemi mentali degli uomini trecenteschi come Dante si traducevano nell'espressione: nel mezzo del cammin di nostra vita...) divorando libri. E, forse è sol per questo che il mio lessico verbale e grafico ha raggiunto una naturale ma più forbita ricchezza di narrazione. Poi, il perchè e il per come si formino certi bandoli di pensieri che attraversano la corteccia celebrale è un mistero che rimane insondabile ed inspiegabile o forse ogni mente è depositaria di una memoria storica connessa col proprio DNA; supposizioni, certo è che nei celebrali anfratti stanno celati tenebrosi misteri. Mi ricordo quando alla prima media, frequentata a Milano, l'insegnante d'italiano, nel riportarci i compiti in classe si arrabbiava moltissimo con me e mi diceva:"Questo componimento sarebbe, (per contenuto e visioni poetiche, inusitate espressione di una mente così giovane), da dieci, ma ti metto cinque per via degli errori gravi di grammatica. Queste tue supposizioni circa la mia formazione culturale hanno squarciato, all'improvviso, il velo del tempo su quel passato lontano, rendendomelo vivo di ricordi nostalgici. Per quanto riguarda l'impostazione degli schemi di composizione (fra l'altro il mio giardino è ancora un divenire informe), non ho adottati schemi studiandoci sopra ma ho seguito semplicemente la mia passione in assoluto, per i cipressi e le rose antiche bianche e poi piano piano ho messo giù tante altre fioriture capaci di emozionarmi. Una di queste prime emozioni me la diedero, alla loro prima fioritura, le violette mammole, che misi nel perimetro del gazebo. Umile fiore di siti umidi ma dalla incantevole profumazione che girovaga, come viandante errante, nei siti che più gli si confanno.
Vorrei mostrarti la tabula rasa che era il terreno, ora preposto ad onirici sogni, quando lo comperai nel 1988 ma, in questo momento, non so dove si trovino i reperti fotografici di quegli anni antesignani di un'epoca priva, dell'odierno e multifunzionale digitale. Appena le avrò scovate le posterò facendoti a grandi linee la narrazione e l'evoluzione del mio angolo, prima sospirato, poi amato, ed ora, nonostante gli anni da amare ancora, fino all'ultimo respiro. Quando nei topic, parlo delle mie rose, le descrizioni, avrai notato, non sono oggettivamente spiegazioni dal dettame scientifico, preparazione il cui alto grado non è nelle mie competenze e pertanto con codesti ritratti onirici rivelo solo sensazioni e fantasie che suscitano in me quando, in fiore, le rose testimoniano la loro bellezza con profumi e colori in masse arruffate da apparire come cortigiane invitanti a sostare nei loro pressi per perdersi nella irrealtà. Fuga consolatrice da ciò che non ci piace o ci addolora. Sai, un ultima cosa ora devo svelarti perchè forse tu Loredana, non ne sei ben conscia. Io ritengo che non siino le parole ad affascinare ma l'anima che dietro esse traspare e, al di là, di quelle tue semplici(a tuo dire)parole, traspariva un anima rugiadosa di stille di sensibilità che mi hanno stupita e commossa.Grazie. Fioresbiadito
Rosa Penelope,,una delle tante invitanti cortigiane
Ringraziano per il messaggio ghislaine

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09/12/2011 08:30
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come fare di un giardino un teatro #12320
sono senza parola per tanta bellezza e sensibilità, grazie!

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09/12/2011 10:02
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Autore della discussione
come fare di un giardino un teatro #12329
Grazie a te Ghislaine che come me, o forse molto più di me, ami la natura nella sua intierezza con la speranza di arricchire,(amandola e lodandola insieme a tutti gli amici del forum e non) il numero dell'esercito degli amanti di essa nelle molteplici forme in cui si esplica destando sempre nell'osservatore, la più bella delle sensazioni: la meraviglia che, lascia stupiti ed invita al rispetto.

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09/12/2011 18:36
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come fare di un giardino un teatro #12364
Carissima Fiore non ho minimamente pensato che quella virgola volesse “essere sottolineatura ad una manchevolezza”, anzi. Come ho detto è stato il tocco d’artista, la sfumatura che arricchisce il significato. Purtroppo così raramente nella vita si ha la fortuna di incontrare qualcuno che ci può insegnare qualcosa e che riconosciamo vero.

Per quanto riguarda la natura e le inclinazioni individuali penso che l’essere umano sia un insieme di “individuo storico”, determinato dalle varie ed eventuali incarnazioni, e di “proiezioni cosmiche” (lo dico con parole improprie) che avvengono nei passaggi fondamentali di stato dell’essere.

A proposito di scuola, a me è tornato alla mente che a tredici anni e mezzo il professore di quarta ginnasio (poi abbandonato per gli studi artistici, avessi avuto allora il carattere che ho ora), dopo che uscii per andare al bagno, commentò di me: …che tipo kafkiano…

Nel domandarti quali tecniche compositive hai adottato nel tuo giardino, forse ti ho chiesto di spiegare con il cervello ciò che hai compiuto naturalmente con il cuore. Ma se troverai quelle fotografie per me sarà molto interessante e istruttivo vedere le varie fasi di realizzazione del tuo angolo di paradiso, ma non omettere i tuoi ritratti onirici e le tue affascinanti suggestioni. Anche a me piacciono molto i cipressi (qui vicino, nelle crete senesi, il cipresso è un elemento essenziale del paesaggio) ed è molto romantico accostarli alle rose dai toni delicati e alle violette. Anche la tua rosa Penelope è strepitosa, a me piacciono molto le rose a portamento morbido.

Grazie Fiore (non riesco a concludere il tuo pseudonimo perché non ti sento affatto sbiadita), per le tue parole che sono così speciali per me. A mia volta sono meravigliata, commossa e anche consolata. Scusami se uso parole tue ma come ti ho detto in un’altra occasione riesci a rendere in parole ciò che per me è difficile esprimere. Mi consola il fatto che comunicare con un mezzo così freddo come un computer, come internet, tutto sommato non riesce a soffocare totalmente le vie sensoriali (ed anche quelle extra!).

Un caro saluto Loredana :pulce:
E ora vado a scrivere un messaggio di ringraziamento nel mio topic di presentazione.

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11/12/2011 15:10
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Autore della discussione
come fare di un giardino un teatro #12411
Ciao Loredana,
A guardare oggi, dal di fuori e a distanza di tempo, a quel metodo e a quella forma di giudizio penso che il neologismo Kafkiano lo possiamo rivolgere al quel professore e non ad una ragazzina tredicenne che al contrario, di quel giudizio precipitoso, data la giovine età, è divenuto soggetto filosofico che rivela un anima dai tratti magnifici di luce e calore nonostante l'uso del freddo mezzo di congiunzione di pensiero. Concludi pure senza paura il mio pseudonimo perchè se mettiamo, al termine suddetto, l'accezione di senso positivo, il vissuto, le cui tracce marcano i corpi, a guardarlo nella giusta ottica ha un fascino che il levigato non possiede, non per carenza di doti, ma per mancanza di tempo che l'abbia modellato. Stop alla digressione filosofica perchè ora mi provo ad introdurti in una nuova fiaba arborea, svelando i segreti del perchè i cipressi mi ammagliano. Da bambina trascorrevo le mie colonie estive su riviere toscane e da ragazza, insieme ai miei genitori vacanze alle terme sempre, nella tua splendida Toscana. Risale proprio a quei tempi remoti, la mia conoscenza e la seguente mia idealizzazione del cipresso(Cupressus Sempervirens Pyramidalis).Faccio un piccolo excursus, se mi fosse stata data la possibilità di scegliere il luogo di nascita per peculiarità proprie dei luoghi e delle persone avrei scelto questa terra ricca di storia, d'arte; dal fascino unico. Non voglio, dicendo ciò, rinnegare le mie origini normanne -latine provenienti dal nonno paterno, dagli occhioni del colore di laghi scandinavi simili a profondi oceani blu-ghiaccio, in quanto vi erano riflesse lamine ghiacciate che brillavano come stelle. Comunque, le meraviglie umane e naturali sono ovunque anche se, il luogo di nascita rimane, con il sigillo della memoria ancestrale,anche se a volte non ci è facile ammetterlo, il più bello e il più caro, senza togliere, ma anzi aggiungendo, meraviglia, per gli altri luoghi conosciuti. In fondo noi non sappiamo da dove veniamo, dove andiamo, chi siamo ma, quest'ultimo stato forse dovremmo studiarlo di più cercando di migliorarlo per essere al pari della magnificenza del creato. Nella mia regione, l'Abruzzo, il cipresso era allora, tanti anni fa, recepito solo come pianta da cimitero e in questi luoghi ve ne sono davvero tanti. Alcuni esemplari sono monumentali e ben rappresentano la sacralità del luogo deputato alla genesi di un'altra vita. Quando acquisii però l'idea di voler dar principio ad un giardino non andai con il pensiero a quelli dell'ultima "Locatione", descritta poco sopra ma a quelli sparsi in terra di Toscana visti da bambina e al decantato viale carducciano di Bolgheri, riproponendoli in singola fila, lungo la stradina che porta a casa mia. I cipressi sono: forza, bellezza e preghiera graduata che porta a spaziare oltre. Non è come un faggio o una quercia che hanno grandi bracce per proteggerti, il cipresso è solo una ripida verticale però, come ago magnetico ti attrae verso l'azzurra immensità che sovrasta; luogo d'elezione per rimanere in solitudine, a rimirare, trasmigrando, il firmamento. E' così che lo vedo, ed è per questo che lo amo. Grazie Loredana per le occasioni di rispolvero del passato che da spazialità al presente e al futuro.
I cipressi
Ringraziano per il messaggio toncan56

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12/12/2011 15:16
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come fare di un giardino un teatro #12444
Chi lo sa di quanti elementi la nostra storia ancestrale è composta. Si, nel guardare le fotografie del tuo giardino mi sono stupita che tu abitassi in Abruzzo, l’aspetto e il gusto è decisamente toscano. Ma non c’è distonia tra le tue origini normanne (che bello, affascinante!) e la cultura etrusca, anzi tanti tratti comuni presentano nella loro purtroppo lontana origine.

Il cipresso, sacro a Saturno, simbolo di collegamento tra il mondo dei vivi con quello degli inferi, simbolo di confine. Non a caso su questa terra, anche confine tra proprietà adiacenti. Com’è affascinante il simbolismo precristiano delle forze divine e di quelle naturali.
Grazie a te, che hai buoni pensieri e buone parole per me. :flower:

:pulce: Loredana
Ringraziano per il messaggio fioresbiadito, toncan56

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Un quadrato di giardino
    • Vivaio Piante Insolite

      Località Due Case
      Podenzano, 29027, PC (IT)
      Lun - Sab: 8.30 - 12.30 / 15.00 - 18.00
      Dom: Periodo autunno-inverno solo su appuntamento.
      Aperto fuori orario su appuntamento.
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      email info@unquadratodigiardino.it
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