come fare di un giardino un teatro

Vi è qualcosa nel mio giardino che ruba la scena: è il viale, palcoscenico di quinte rette, da enormi giganti, al cui confronto io mi sento sperduto pollicino ma, con lo scorrere delle stagioni la sua teatralità è così sorprendente che ogni volta che mi calo nel ruolo di osservatrice, rimango estasiata. In un piccolo paradiso vi invito a perdere la cognizione del tempo e del luogo per uscire poi, come da catarsi, rigenerati.

Fiore, di fronte a queste immagini rimango per un attimo senza fiato e mi sento piccola piccola.

E' un paradiso per gli occhi e lo spirito

Grazie per mostrarci sempre delle meravigliose fotografie in cui trionfa la natura!

Anemome, anemone...con le grandi ed immeritate lodi che tu tessi per me, mi fai sentire piccina,piccina. Dell'aura di scrittrice o di personaggio famoso vorrei ammantarmi ma in verità sono solo fioresbiadito, un umile ancella al servizio della mia famiglia e del mio modesto giardino che in foto, non so per quale magia a volte è reso fiabesco, non essendo io nè fotografa nè architetto di giardini. Forse ho un po' di senso estetico, invece l'unica cosa che rivendico come abito talare della mia anima sono solo le espressioni poetiche, dono fortuito che madre natura mi ha regalato. A tal proposito dato che oggi ero in vena di scrivere e il contesto era allettante, ero seduta dinnanzi al camino nella mia casa di campagna,(cosa strana perchè di solito, solo la pioggia o gli impegni di natura domestica mi tengono lontana dalla mia oasi verde), ho buttato giù dei versi pensando a voi ma in particolare a te anemome, perchè veramente per te nutro immensa stima ed ammirazione.

Dedicato a voi, che come me e tante altre nel mondo, siete persone speciali

Io sono una persona speciale
ma a volte, forse anche un po' banale però
alla rettitudine ho votato le mie ore
e come radici di vorace pianta
ho cercato nella profondità della bellezza
(intesa come purezza)
il paradiso perduto,
dalla tetra miseria umana.
Il possesso, verbo che non m'appartiene
se non in funzione di fruirlo
modificandolo, nel verso del mio credo,
per l'altrui bene.
Dov'era il nulla,
nel caldo abbraccio della pioggia
del vento, del sole
dall'oltraggiata terra
è spuntata l'alba del fiorire
che in arcobaleni di colori
nel corso delle stagioni
va, come seminatrice lieta
distribuendo ragioni e,
nella filosofia dell'incommensurabile,
lo spirito,
come da catarsi purificato
nidifica su cipressi che,
come ardite vette andine
tagliando l'orizzonte,
negano l'altrui vuoto.
Parigi febbraio 1986, la mia vera identità anche se un po' datata.

Sei... meravigliosa...tu, anima di quell'angolo di paradiso , ed il tuo giardino da sogno..

Michela, la commozione mi soffoca la gola, sei troppo cara, grazie.

Gli uomini diventano grandi solo quando altri giudicandoli li portano a certe altezze pertanto la grandezza appartiene solo a questi ultimi che ne sono gli autori; ai primi solo il dovere di non divenire, per rispetto, qualcosa di diverso. Pertanto il grazie grande lo devo profferire io Toncan a te e agli altri per quanto, forse immeritatamente, mi elargite.

Ciao fioresbiadito , sono Loredana e mi sono da poco iscritta a questo bel forum.
Tutto ciò che ho letto scritto da te mi ha toccata molto, scrivi dei sentimenti che sento nel mio cuore e che non riesco ad esprimere. Vivo con la mia malinconia e la scorgo empaticamente altrove.

Le tue bellissime foto denotano un gusto ma anche una sapiente tecnica compositiva, istintiva o no, sia dal punto di vista fotografico sia dell'architettura del paesaggio.

Il giardino catartico, taumaturgico, il massimo di ciò a cui si può aspirare, il fine del giardiniere romantico.

Un saluto Loredana