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L'ecosistema acquatico; un grazioso laghetto-stagno da giardino a bassa manutenzione in tinozza (botte, mastello PVC) dove la vita si genera spontaneamente: ninfee e altre piante acquatiche, pesci rossi, rane e...

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L'ecosistema acquatico; un grazioso laghetto-stagno da giardino a bassa manutenzione in tinozza (botte, mastello PVC) dove la vita si genera spontaneamente: ninfee e altre piante acquatiche, pesci rossi, rane e... - 3.0 out of 5 based on 5 votes
Ninfea gialla Ninfea gialla Foto © Antonino Cangialosi

Vorrei parlare delle mie piante acquatiche, o meglio dei miei ambienti acquatici.

'Ambienti' acquatici perchè anno dopo anno sono diventati dei veri stagni autosufficienti.
Credete parli di laghetti o di bacini acquatici di una certa grandezza? No!  Parlo delle mie tre tinozze o mastelli in PVC o plastica ( del tipo che usano i vivai come contenitori per grandi alberi) e che una volta usavo come abbeveratoio dei cavalli!  Quando le ho sostituite con  i più razionali abbeveratoi con galleggiante, ho trasformato pian piano le tinozze in stagni casuali. Ora una ninfea, della quale non sapevo molto (solo che abbisognava di un poco di altezza del livello d’acqua), poi un falso papiro,  e infine acquatiche o amanti dell’acqua che già possedevo o del tutto selvatiche: un Juncus , una Colocasia, una Tipha ecc...

Foto © Antonino Cangialosi

Un mastello è nato direttamente come vasca dei pesci rossi per i bambini, ma siccome la passione delle ambientazioni mi ha da sempre appassionato allora ho aggiunto anche là delle piante.
Poi dopo un certo periodo quasi abbandonate a se stesse (da me, ma non dalla natura) ho notato che nelle tre vasche, messe in posti diversi, c’erano dei movimenti quando mi avvicinavo ad esse.

Foto © Elisa Cangialosi

Ad un più attento esame avvicinandomi con una certa cautela… Le vedo! Sono rane! Si! ...le comuni rane verdi. Beh, che dire! Niente di particolare fin qui, a parte il fatto che per tutta la primavera, era uno spettacolo vedere le ranocchie che saltavano in acqua appena qualcuno si avvicinava troppo. Poi un giorno quando le giornate si fecero più calde, mi avvicinai, ma non ci fu nessun salto... Strano... Un movimento furtivo di qualcosa che indietreggiava  e….. No!... Una biscia si era infilata nel mastello-stagno! Preso da panico e preoccupato che anche i pesci rossi fossero in pericolo meditai subito la caccia al serpente, come avevo imparato da quand’ero ragazzo, “Un serpente non si lascia mai in vita”, ed io da inconsciamente condizionato allievo dei retaggi dei miei avi ne ho collezionati macabri trofei.

Particolare della Madonna dei Palafrenieri, Caravaggio

Tuttavia i pesci rossi e le gambusie erano ancora al loro posto, tranquilli.

Foto © Antonino Cangialosi

Allora avendo già meditato sui miei trascorsi di cacciatore ed avendo maturato che in natura tutto si equilibra, mi limitai a smuovere con un bastone lo stagno tanto che il rettile uscì da solo dal mastello e se la diede a gambe levate ( si fa per dire...).

Bene: di anno in anno si è ripetuto il copione , rane-serpente, con la variante che adesso lascio tutto tranquillo, tanto poi la biscia se ne va da sola.

Per me ogni anno è diventato un appuntamento fisso, se ritarda sto pure in pensiero, però dal ritardo o da quanti serpenti vedo, riesco a capire come sta l’ambiente che mi circonda.

Poi se scompare qualche rana o qualche pesce, che importa? Importante è che  i miei piccoli stagni siano vivi, e che le piante acquatiche, anche se non bene in ordine, creino l’ambiente naturale dove ogni essere si trova a suo agio...

Foto © Antonino Cangialosi

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Tonino

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